Laicità e cultura nel segno di Lazzati
Apertura di alto profilo, impegno ed interesse dei Martedì di Avvento 2009, promossi dalla Diocesi con la collaborazione del Centro di Cultura – Gruppo di operatori dell’Università Cattolica e del MEIC di Alessandria, nel ricordo, nel centenario della nascita, di Giuseppe Lazzati (Rettore dell’Università Cattolica) il quale fu padre costituente e parlamentare, insigne latinista e rettore della Cattolica dal 1968 al 1983, ma anche e soprattutto fondatore di un istituto secolare e animatore instancabile dell’associazionismo cattolico: a lui si deve infatti, per quanto di diretto interesse della nostra Comunità, anche la nascita ad Alessandria del primo Centro di Cultura dell’Università Cattolica, che fondò nel 1970 con il vescovo Mons. Almici e che si avvia l’anno prossimo a celebrare il proprio quarantennale.
La serata del 1 dicembre, che ha registrato la presenza nell’accogliente Auditorium della Parrocchia di San Baudolino di oltre un centinaio di partecipanti, è stata introdotta dal presidente del Centro di Cultura Renato Balduzzi, ed ha visto gli interventi di tre autorevoli testimoni dell’impegno laicale di Lazzati nel mondo accademico, nella politica e nei rapporti con la Chiesa: così l’intervento di Enzo Balboni (ordinario di Diritto costituzionale della Cattolica) si è concentrato sulla proposta culturale finalizzata a costruire una classe dirigente cattolica di livello, in grado di “pensare politicamente” ponendosi consapevolmente al servizio della Comunità nazionale; per questo secondo Lazzati la formazione permanente – da sempre e ancor oggi al centro dell’impegno dei Centri di Cultura – non è da intendersi come sevizio meno importante e qualificato del mondo accademico, chiamato a non chiudersi nella sua turris eburnea.
Franco Monaco ha invece raccontato con trascinante partecipazione la sua esperienza di “portavoce” di Lazzati durante il suo rettorato, ricordandone l’impegno continuo e parimenti operoso all’interno dell’Università, nella vita politica (all’insegna del convincimento “un buon cristiano non è necessariamente un buon polilico” e che per questo bisogna aiutare chi si impegna in quella particolarissima forma di carità a favore dell'interesse generale a “fare bene il bene”), nel giornalismo ed ovviamente anche e soprattutto nelle sue opere di “santità laicale”.
Ha concluso i lavori il contributo, erudito quanto appassionato, dell’attuale Preside della Facoltà di Lettere della Cattolica Luigi Franco Pizzolato, che dopo essere stato discepolo di Lazzati ne ha ereditato la cattedra di letteratura latina cristiana (una materia sempre considerata fondamentale per lo studio dell’inculturazione della fede cristiana originaria): tra i molti spunti significativi, il riferimento alla necessità di tenere ben distinti fede, cultura e politica, che però sono anche ontologicamente connessi, con la necessità di una costante mediazione culturale tra fede e politica (“per pensare politicamente bisogna pensare culturalmente”), o per meglio dire “tra principi e prassi”, il che può consentire al cristiano ma anche a tutte le persone di buona volontà di acquisire la “sapienza” in senso biblico ma di saperla vivere nell’oggi e di proiettarla nell’impegno futuro.
Nella sintesi finale di S.E. mons Giuseppe Versaldi ha scherzosamente ricordato di non volersi mettere a paragone di Lazzati che abitualmente traeva le conclusioni da umanista delle impegnative discussioni che a Roma nei mesi della Costituente coinvolgevano insieme a lui anche Dossetti, La Pira, Fanfani, Moro e tanti altri giuristi, economisti e politici cattolici impegnati in prima linea nel dibattito sulla nuova Repubblica. Proprio su un punto ha però voluto concentrare l’attenzione: il clero ad ogni livello deve lasciare ai laici il loro spazio di azione autonoma e responsabile all’interno della Chiesa e al servizio della Comunità.
Il secondo e ultimo appuntamento di Avvento è per il 15 dicembre (essendo il prossimo martedì la Festa dell’Immacolata), sempre alle 21 all’Auditorium di San Baudolino, con lo spettacolo teatrale “Libero e forte. Vita e ideali di don Luigi Sturzo”, per la regia di Alfredo Rivoire.